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domenica 20 dicembre 2015


Risultati immagini per separatori gif natale


Short Tale by Mary Grace Ovedi.

Original Images by REL Argonauti.
Artistic Christmas Crib by Master Mariano Pagliuca.

Carillon “Seventh Son” by Marc Jungermann.
Music “The Spirit of Christmas Past” by Enya
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...Non è magia questa?
Ne sono pregni gli oggetti. Li ho visti da anni e anni caricarsi e caricarsi di magica energia e diventare sempre più potenti.  
E’ grazie a loro che io, e noi tutti privilegiati ospiti di questo incanto, possiamo vivere stanotte in questa magia e di questa magia

martedì 8 dicembre 2015

*Natale a 'o paese mio..*(Lirica in Vernacolo Irpino)


...Giranno pe' la casa,  cantanno' 0 ritorniello:
ce  reréva   puro' o  Bambiniello!!!
Verènno  tant’amore  e tanta fede… 
azava' a  mano,
benericenno, senza  manco  fasse verè...

 video: youtube canale asorbi1 
Lirica del maestro Mariano Pagliuca


 Recensione del video  "Natale a ' o paese mio"

Una armonia di suoni e luci donano al testo un omaggioso inchino innanzi ad un altro spazio-tempo pieno di ricordi di un tempo che fu, memoria di un tempo in cui il sapore della vita era verace di sentimenti.
Esso si contrappone a questa epoca di un medioevo post tecnologico dove una smarrita umanità ha perso tutti i valori fondamentali della vita, informatizzando la propria "anima", fonte e sorgente di vita !
L'armonia di questo video ci dona, ci dà.

I suoi autori meritano un inchino come precedentemente menzionato.
                                                                PITER 2014



lunedì 7 dicembre 2015

* La Notte di Natale *





          

            Finalmente! E’ tutto pronto.
Spengo le luci, mi siedo sulla poltrona e resto nel buio a guardare il nostro meraviglioso, caro, vecchio albero.
Ecco, ora s’accendono gli angioletti, ora i lampioncini, ora i telefonini. Per ultima la stella. Poi tutti insieme. E di nuovo gli angioletti, i lampioncini, la stella.
Nel grande specchio del buffet si riflette il villaggio con le sue luci notturne e diurne.
E’ facile fantasticare di fronte al luccichio dei fili argentati e allo splendore delle luci colorate.
E’ facile fantasticare di fronte ad un favolistico paesaggio in miniatura.
Oggetti e personaggio, tutti, sembrano addormentati nel tempo: basta però rimpicciolirsi e avvicinarsi al pastore perché il gregge cominci a muoversi, basta avvicinarsi ai mercanti arabi perché ci mostrino i loro tappeti e comincino a mercanteggiare. Basta avvicinarsi alla fattoria per sentire gli animali razzolare, basta percorrere i sentieri per incontrare la bella giovinetta con l’anfora o il pifferaio che s’avvia. Basta salire un po’ la montagna per vedere la sorgente del fiume e le grotte e le caverne e da lontano, dal ponte, arrivare i Magi sui cammelli.
E quello che mi sorprende, ancora una volta, è di ritrovarmi qui, incantata, con un vecchio bicchierino del “Cavallino Rosso” pieno di Porto tra le mani.
Sorseggio il liquore, che scende caldo e mi rilassa.
Mi sento finalmente calma, mi sento serena.
Saranno queste luci, sarà quest’atmosfera! Saranno questi oggetti, questi personaggio, questi nastri colorati, questi fili iridescenti, questi angioletti luminosi, questa stella che si accende a intermittenza!
Sarà questa magia che mi illanguidisce, che mi addolcisce.
Saranno queste candele rosse a tortiglione, nelle cui fiamme, che si allungano e tremano al passaggio d’invisibili presenze, scorgo forme ipnotizzanti e trascinanti o forse i cavallini della giostrina che girando e tintinnando mi catturano e trascinano in un mondo incantato, ovattato, iridescente.
In questa notte magica, per me, per noi privilegiati ospiti di questo incanto, i varchi dimensionali non esistono.
Si va e si viene, dal sentiero di muschio e trucioli alla surriscaldata cucina, dal fumante primo piatto
al laghetto di carta stagnola col pescatore, dal minareto dorato al pezzo di torrone.
Uno spiffero d’aria e quasi mi sembra di sentire la neve adagiarsi lieve sui capelli. Le prime note di un carillon e già ipnotizzata seguo lo zampognaro vicino alla sua grotta.
Non è magia questa?
Ne sono pregni gli oggetti. Li ho visti da anni e anni caricarsi e caricarsi di magica energia e diventare sempre più potenti.  
E’ grazie a loro che io, e noi tutti privilegiati ospiti di questo incanto, possiamo vivere stanotte in questa magia e di questa magia. 
                       
I paggi dei candelabri di bronzo, luccicanti e agghindati a festa, hanno preso posto alle estremità della tavola ovale.
Reggono lunghe candele rosse a tortiglione, accese.
Finalmente! E’ il segnale.
L’atmosfera è densa di magia: si respira, si tocca, si assapora.
Sulla tavola scintillano posate, bicchieri e bottiglie di cristallo.
Una giostrina d’oro tintinna e gira veloce, veloce, alitata dalla fiamma.
Vini pregiati, nei preziosi calici, tra le fiamme e le sfaccettature del cristallo, divengono gioielli.
Fiamme che ondeggiano e s’allungano al passaggio d’invisibili presenze, carezzano di luce e ombra oggetti e persone presenti nella stanza.
E’ una scena che conosco, ma ogni volta mi emoziona.
C’è calore. C’è allegria. C’è stupore, meraviglia. C’è magia.
Tanti pacchi, piccoli, grandi, enormi. Fiocchi, nastri colorati, coccarde, biglietti, luccichii, intermittenze, luci blù, gialle, verdi.
Un villaggio arabo con sentieri, alberi, casine, scale, ponticelli.
Le dimensioni, lo sfondo, le prospettive, cambiano ogni anno nel villaggio.
Ma io conosco tutti da tanto tempo. Pezzo per pezzo: alberi, casine, gallinelle, mercanti, pastori, Magi, cammelli. Fanno parte della famiglia.
Conosco il cespuglio, il lupo nella grotta, la lanterna sulla fattoria, il carretto del fieno, la fontana nella roccia, l’angelo con le alette.
E conosco queste persone che si affaccendano, che ridono, che si emozionano.
Dlin … dlin dlin … I cavallini d’oro della giostrina girano, girano e si rincorrono tra il luccichio delle stelle.
Canti natalizi si fondono a risate, a misteriosi ammiccamenti, a continui aggiustamenti della scenografia.
Ognuno ha qualcosa da nascondere sotto l’albero. Persino i biglietti sui regali sono stati accuratamente sigillati.
E’ tutto un gioco. Tutto un’aspettativa. Tutto una sorpresa, tutto una gioia, tutto un divertimento.
Io, che da anni vi assisto, sorrido in silenzio e ne assaporo ogni istante.
Quando tutto sarà pronto, ancora qualcuno si dilungherà per ritoccare qualcosa, per scrivere un ultimo bigliettino, per sistemare l’ennesimo pacchettino.
Gli altri, apparentemente contrariati, faranno la loro parte di commenti e di rimostranze, ma ormai io so che è un rito, una tradizione e so anche che tutti, in cuor loro, saranno ben felici di dilatare, di allungare, di far durare più a lungo ogni istante, ogni momento di questa magica notte.
Dlin … dlin dlin … dlin dlin … I cavallini girano e vedono, nel loro percorso, i piatti svuotarsi ed i calici cambiare colore, da pieni a vuoti, da vuoti a pieni, da pieni a vuoti.
Le persone, sedute alla tavola, si guardano intorno e gli sguardi accarezzano gli oggetti, si poggiano su uno scintillio, si perdono dietro ad un personaggio, rincorrono le luci a intermittenza del villaggio: ogni cosa, in quel paesaggio, cambia aspetto nel blù intenso della notte, per poi tornare vivida e brillante in ogni più piccolo particolare nella luce intensa del giorno che lentamente lascia il posto al rosseggiare del tramonto, con le luci fioche dei lampioncini, delle casine dai vetri colorati, della povera grotta … fino a che s’attenua per tramutarsi  di nuovo in  notte, con le luci intense delle stelle, dei fuochi accesi dei pastori, delle lanterne … per poi ricominciare il suo ipnotico ciclo … l’alba, il giorno, il tramonto …
… E loro pensano che sia tutto merito nostro.
Qualcuno si alza, ma non spezza l’incanto … lo varca, tocca un fiocco, sistema un pacchetto, fa scorrere l’acqua della fontana nella piazzetta del villaggio …
Le lunghe candele a tortiglione, intanto, s’accorciano e la loro luce, nel buio, diventa più raccolta, più inglobante.
Anche le persone sembrano più vicine. Si guardano alla dorate luce delle candele e gli occhi si ingrandiscono al sentir narrare antiche storie e aneddoti dimenticati.
S’immalinconiscono nel rievocare ricordi di tempi passati. Brillano per l’ebbrezza del vino e dell’allegria.
… E pensano che sia tutto merito nostro.
Dlin … dlin dlin … dlin dlin … I cavallini d’oro ancora girano, anche se le candele si sono rimpicciolite. Ormai si muovono con l’alito del calore … e di calore ce ne è tanto, tanto, tanto.
Il tempo si dilata, sonnecchia e s’ingigantisce senza forma, senza spigoli, senza limiti,  comodo e rilassato tra una portata e l’altra.
Durante la cena ancora s’alternano riti e tradizioni.
Ecco che alcuni di loro si alzano da tavola, lasciano la stanza e poi ritornano ridenti ed ammiccanti. Quante volte li ho visti ed ho sorriso al loro tornar bambini … e presentarsi felici con un Babbo Natale che suona sorridendo una campanella, o con una statuetta OSCAR da consegnare al vincitore del miglior presepe dell’anno, o con una meravigliosa “Natività” carillon che suona alle note di “Silent Night”, o con un dolce scoppiettante di stelline luminose …
Oh! Che sorpresa … ecco che bussa alla porta un “improvvisato postino” … che viene personalmente a consegnare i biglietti di Natale ai legittimi destinatari … E sono tutti emozionati, allegri, eccitati …
Il più anziano s’appresta cerimonioso a ricevere la posta … lui leggerà i suoi biglietti per primo e ad alta voce e per questo onore si sa occorre un copricapo adeguato al ruolo … Lo scatolone del panettone, ormai vuoto, indossato a mo’ di cappello e la lettura può iniziare …
Che emozione!
Sono tanti anni che vi assisto, ma ogni anno è come se fosse la prima volta.  
Anche questo fa parte della tradizione !!!
E loro s’addolciscono, s’inteneriscono per un pensiero espresso in un biglietto, per un dono o alla gioia mostrata dagli altri per un loro dono.
… E pensano che sia tutto merito nostro.
Che noi, con i nostri lustrini, con i nostri colori, con la nostra magia, dalla nostra dimensione, creiamo tutto questo per loro.
Che solo grazie al nostro tocco incantato si sentano più vulnerabili, più disponibili, più vicini, più felici.
Non sanno, o fanno finta di non sapere, che noi viviamo di luce riflessa.
Io più degli altri. Mi presento: sono l’Angelo in alto, sul secondo ramo proprio sotto la stella. 

sabato 5 dicembre 2015

"Illusioni..."



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Original Paintings by Maria Letizia Ceroni

Music:
Have Yourself A Merry Little Christmas
Kelly Clarkson

A La Nanita Nana
-Peace On Earth-
Kitaro


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...ma non per chi ha creato l'opera
perché in ogni disegno, colore, sfumatura ombra e luce
c'è un frammento della sua anima.

Letizia


 

giovedì 3 dicembre 2015

"Works in progress"...



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Works in progress...
Original Paintings by Umberta Ruffini
Music
- Have Yourself A Merry Little Christmas
(Rod Stewart)

- The Lion King - Instrumental - (Hans Zimmer)

- I Just Can't Wait To Be King
- Circle Of Life
- Can you feel the love tonight
(Elton John - Hans Zimmer)




"Sono i dettagli che rendono grande un’opera"
(Umberta Ruffini)®