Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Lyrics. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Lyrics. Mostra tutti i post

giovedì 13 marzo 2025

* L'eternità *

             
               

Intorno a me 

spazi infiniti di luce,

di tenebre, di abissi

d’ignoto.

Inquieta

vortico, sempre più velocemente, cercandoti.

E abbraccio l’aria, la terra,

e stringo il sole e le stelle

per avvicinarti a me:

tu sei così lontano

nel tempo, nello spazio.

E m’aggrappo agli immensi cerchi

che volteggiando come un angelo

disegnavi sulla pista di ghiaccio.

Al mio tocco

rimpiccioliscono sempre più.

S’avvicinano e t’avvicinano

e il calore che emana da te mi rincuora.

Una musica lieve,

un valzer ricamato,

bianco e merlato come un fiocco di neve,

suona, non so dove.

 

E lo scintillio dei cristalli tintinnanti sui di noi

magico e complice come il vischio

      è l’ infinito

E il brivido fantasmagorico

adagiato sulle nostre labbra danzanti

     l’eternità.


                                                                

                                                                      







 

martedì 10 agosto 2021

" Come canto di Sirena "

 


“Come canto di sirena”

 

Ho vagato, nei meandri dei miei giorni, in terre desolate

sotto cieli incendiati da tramonti incandescenti

sprofondando in caverne e pozzi

densi e bui come buchi neri

solcando oceani e mari

cavalcando onde sin nei rivoli morenti

come ciondolo appesa al cuore d’un poeta

illudendomi d’esser io,

come canto di sirena,

la sua Musa.

 

Oggi, dopo tanto affanno,

su questo scoglio consunto e frastagliato

più non m’inganno: monile inerte, senza pregio,

dal suo cuore inestricabile e distratto

mi distacco.

 

Muta, privata dell’incanto,

nell’atavico elemento m’inabisso.

 

Perché ora so che un poeta,

come Ulisse, scevro è dalla malìa d’una sirena.

Da altre onde, remote come il tempo,

egli trae il suo lirico canto

rincorrendo l’attimo, il battito, la scintilla

pago assaporando ogni sprazzo del suo intimo infinito

a me,

illusa Musa,

 ignoto.




Painting by Victor Nizovtsev 

mercoledì 15 aprile 2020

*D'oro scintillava il sole*

      
D’oro scintillava il sole
sulla mia corolla
e sui miei giorni che,
protetti in una sfera magica,
sprizzavano gioia e luce.

Mille e mille ne trascorsero
o forse di più
quando, inaspettato
un soffio più forte del vento
mi sorprese
e ad uno ad uno
dalla corolla me li strappò via.

Volavano leggeri, lontani da me
e nulla potevo per trattenerli …

Il rosso straziante 
che mi straripò dal cuore
si fuse e si confuse nel colore del tramonto.

Quel che vedi 
è ciò che resta
di me. 
Un fiore senza petali
senza ricordi…
uno stelo secco
che ogni sera si protende verso il cielo
e si perde nei suoi tramonti 
rincorrendo giorni e luci del passato. 
 

domenica 15 marzo 2020

* Morte di una viola *

 
Sbocciai in un bosco sperduto
intricato di semioscurità e magia.
Lontana dai fiori curati e ammirati
nei parchi e nei giardini.
Tra radici e muschi,
nascosta nelle ombre
dimenticate.
Cullata e protetta dalle foglie cadute
secche e incartocciate.

Anche se mai abbassò il suo sguardo su di me
l’azzurro del cielo,
trapelante dalle chiome antiche,
mi incantò.
Ma fu il Sole, più intrepido e curioso,
 che mi prese il cuore.
 Lieve, con i suoi raggi a lungo mi accarezzò
ed un giorno delicatamente mi baciò.

Avviluppata dal suo calore  
sbocciai essenza d’amore.

Inebriai
con il mio profumo ed il mio colore
fate, elfi e folletti
e i sensi dei pochi
che nel bosco magico si avventurarono.

Rincorrendo albe e tramonti
il Sole, 
amante distratto, 
si dimenticò di me
del mio bacio
della mia essenza, del mio colore
del mio bosco
e lasciò che s’avvicinasse
la notte, il freddo
la neve.

Elfi, fate e folletti si rintanarono.

La Nera Signora,
mi trovò, tremante,
 tra le foglie morte
abbracciata
in cerca di calore  
alle radici, al muschio.
Il Sole si era dimenticato di me.

 Si chinò.
Con un sorriso pietoso  
mi raccolse e si inebriò
ultima
di quel che rimaneva di me.
Del mio colore, della mia essenza.

Del mio amore.


venerdì 14 febbraio 2020

* Cuore di ghiaccio *

 
Valicherò, con tenacia,
il frastuono che assorda
il mio intimo silenzio.

Frammenterò, con rabbia,
l’insofferenza che inquieta
la stabilità della mia anima.

M’infiltrerò, con coraggio,
nei meandri ignoti
della landa glaciale
attraverso crepacci
tortuosi e remoti.

Ricorderò, con nostalgia,
i primevi sentieri
che mi condussero a te
eclettica cima
del nevaio eterno.

Scivolerò, con timore,
giù nel profondo
nell'arcaico imo.

Ritroverò, con ardore,
in quella tua essenza
il primordiale istinto.

Innescherò, come un tempo
la scintilla dell’amore
e riscioglierò il tuo cuore
di ghiaccio.
                 

martedì 21 gennaio 2020

* Verso sera *

         
         Verso sera
stanche, anche le parole
affievoliscono.
Fiamme che s’accorciano
smorzate dal buio
della notte che preme.
Braci che si chetano
e si consumano.

Verso sera,
stanchi, anche i passi rallentano,
si trascinano, si fermano:
seguono nel cielo il volo inquieto degli uccelli
che scompaiono chissà dove nel nero della notte.

Verso sera
stanche, anche le foglie, come il cuore
 tremolano.
Accartocciate e silenziose cadono.
Cicli di vite che si esauriscono.

Ma non si può fermare a consolare nessuno, la notte:
un nuovo giorno la rincorre.

Anche io, come la notte,
rincorsa
non mi posso consolare.
Sfugge dal mio corpo stanco
 la mente
che, senza sosta,
 irrequieta vaga
aggrappata alle ali degli uccelli
che svaniscono chissà dove nel nero della notte. 
   
                                                                

venerdì 25 ottobre 2019

* Ci perdemmo in cima alla collina *


                                                                
Ci perdemmo in cima alla collina
senza neanche assaporare quell’aria pura.
Ci inoltrammo tra rami, alberi, fiori.
Tra piaceri e paure
tra noto e ignoto.
Senza fermarci mai
senza guardarci mai negli occhi
per rassicurarci, per confermarci,
per sorriderci.
Forti e sicuri di noi,
senza accorgerci che impercettibilmente il panorama
digradava.
E certo furono gli alberi scuri, quelli antichi, quelli fidati
che ti nascosero ai miei occhi
quel tanto da impedirmi di vedere
che non seguivi me
ma ricordi lontani, lamenti, malinconie,
Rimorsi inconfidati, stretti nel cuore.
La “Primeva Terra”
quella in cui affondasti i semi delle tue radici,
chiamava.
Con la voce di “Lei” chiamava.
Io, sorda
scesi la collina, ignara d’averti perso lì.
Io che credevo d’essere quella terra
ora so si essere solo il cielo
in sui estendi i tuoi rami
in cui generi le tue foglie
in cui protendi il tuo arbusto.
Lo spazio vacuo, infinito
che abbracci, che respiri
radicato alle tue radici.
E so che si muore recidendo le radici.
Di dolore.
                                                         

giovedì 10 ottobre 2019

* Regina senza scettro *

 

Regina

senza scettro e senza manto
arrivai a sedermi sul trono
accanto al Re di un Regno inesistente...

Del niente e del nulla
che si espandeva intorno a noi
entro confini nebbiosi ed evanescenti
fummo
Sovrani invisibili
in un tempo mai accaduto...

Eternamente
racchiusi,
per chissà quale arcano incanto,
tra le pagine di un libro...

In una favola
che mai nessuno lesse
e che mai nessuno scrisse...

           

domenica 29 settembre 2019

Prospettiva


Altro non è
che un puntino nero laggiù.

Eppure là corrono
spedite e obbligate
degli artisti le linee sottili …
verso la felicità

“Prospettiva”
la chiamano.

Proporzionalità in divenire…
Futuro.

Nera chimera
dove rincorsi
implodono
i sogni, i desideri
inghiottiti
dal buco nero
di una possibile irrealtà.