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mercoledì 15 aprile 2020

*D'oro scintillava il sole*

      
D’oro scintillava il sole
sulla mia corolla
e sui miei giorni che,
protetti in una sfera magica,
sprizzavano gioia e luce.

Mille e mille ne trascorsero
o forse di più
quando, inaspettato
un soffio più forte del vento
mi sorprese
e ad uno ad uno
dalla corolla me li strappò via.

Volavano leggeri, lontani da me
e nulla potevo per trattenerli …

Il rosso straziante 
che mi straripò dal cuore
si fuse e si confuse nel colore del tramonto.

Quel che vedi 
è ciò che resta
di me. 
Un fiore senza petali
senza ricordi…
uno stelo secco
che ogni sera si protende verso il cielo
e si perde nei suoi tramonti 
rincorrendo giorni e luci del passato. 
 

domenica 15 marzo 2020

* Morte di una viola *

 
Sbocciai in un bosco sperduto
intricato di semioscurità e magia.
Lontana dai fiori curati e ammirati
nei parchi e nei giardini.
Tra radici e muschi,
nascosta nelle ombre
dimenticate.
Cullata e protetta dalle foglie cadute
secche e incartocciate.

Anche se mai abbassò il suo sguardo su di me
l’azzurro del cielo,
trapelante dalle chiome antiche,
mi incantò.
Ma fu il Sole, più intrepido e curioso,
 che mi prese il cuore.
 Lieve, con i suoi raggi a lungo mi accarezzò
ed un giorno delicatamente mi baciò.

Avviluppata dal suo calore  
sbocciai essenza d’amore.

Inebriai
con il mio profumo ed il mio colore
fate, elfi e folletti
e i sensi dei pochi
che nel bosco magico si avventurarono.

Rincorrendo albe e tramonti
il Sole, 
amante distratto, 
si dimenticò di me
del mio bacio
della mia essenza, del mio colore
del mio bosco
e lasciò che s’avvicinasse
la notte, il freddo
la neve.

Elfi, fate e folletti si rintanarono.

La Nera Signora,
mi trovò, tremante,
 tra le foglie morte
abbracciata
in cerca di calore  
alle radici, al muschio.
Il Sole si era dimenticato di me.

 Si chinò.
Con un sorriso pietoso  
mi raccolse e si inebriò
ultima
di quel che rimaneva di me.
Del mio colore, della mia essenza.

Del mio amore.


venerdì 14 febbraio 2020

* Cuore di ghiaccio *

 
Valicherò, con tenacia,
il frastuono che assorda
il mio intimo silenzio.

Frammenterò, con rabbia,
l’insofferenza che inquieta
la stabilità della mia anima.

M’infiltrerò, con coraggio,
nei meandri ignoti
della landa glaciale
attraverso crepacci
tortuosi e remoti.

Ricorderò, con nostalgia,
i primevi sentieri
che mi condussero a te
eclettica cima
del nevaio eterno.

Scivolerò, con timore,
giù nel profondo
nell'arcaico imo.

Ritroverò, con ardore,
in quella tua essenza
il primordiale istinto.

Innescherò, come un tempo
la scintilla dell’amore
e riscioglierò il tuo cuore
di ghiaccio.
                 

martedì 21 gennaio 2020

* Verso sera *

         
         Verso sera
stanche, anche le parole
affievoliscono.
Fiamme che s’accorciano
smorzate dal buio
della notte che preme.
Braci che si chetano
e si consumano.

Verso sera,
stanchi, anche i passi rallentano,
si trascinano, si fermano:
seguono nel cielo il volo inquieto degli uccelli
che scompaiono chissà dove nel nero della notte.

Verso sera
stanche, anche le foglie, come il cuore
 tremolano.
Accartocciate e silenziose cadono.
Cicli di vite che si esauriscono.

Ma non si può fermare a consolare nessuno, la notte:
un nuovo giorno la rincorre.

Anche io, come la notte,
rincorsa
non mi posso consolare.
Sfugge dal mio corpo stanco
 la mente
che, senza sosta,
 irrequieta vaga
aggrappata alle ali degli uccelli
che svaniscono chissà dove nel nero della notte.