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domenica 15 marzo 2020

* Morte di una viola *

 
Sbocciai in un bosco sperduto
intricato di semioscurità e magia.
Lontana dai fiori curati e ammirati
nei parchi e nei giardini.
Tra radici e muschi,
nascosta nelle ombre
dimenticate.
Cullata e protetta dalle foglie cadute
secche e incartocciate.

Anche se mai abbassò il suo sguardo su di me
l’azzurro del cielo,
trapelante dalle chiome antiche,
mi incantò.
Ma fu il Sole, più intrepido e curioso,
 che mi prese il cuore.
 Lieve, con i suoi raggi a lungo mi accarezzò
ed un giorno delicatamente mi baciò.

Avviluppata dal suo calore  
sbocciai essenza d’amore.

Inebriai
con il mio profumo ed il mio colore
fate, elfi e folletti
e i sensi dei pochi
che nel bosco magico si avventurarono.

Rincorrendo albe e tramonti
il Sole, 
amante distratto, 
si dimenticò di me
del mio bacio
della mia essenza, del mio colore
del mio bosco
e lasciò che s’avvicinasse
la notte, il freddo
la neve.

Elfi, fate e folletti si rintanarono.

La Nera Signora,
mi trovò, tremante,
 tra le foglie morte
abbracciata
in cerca di calore  
alle radici, al muschio.
Il Sole si era dimenticato di me.

 Si chinò.
Con un sorriso pietoso  
mi raccolse e si inebriò
ultima
di quel che rimaneva di me.
Del mio colore, della mia essenza.

Del mio amore.