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lunedì 3 dicembre 2012

* Epoque Portrait of Mary Grace *

                                                                                 

domenica 2 dicembre 2012

* Scorre il fiume *





Scorre il fiume
lento
come il tempo



Stillanti da rocce distaccate
fluimmo, tu ed io, acque pure
in una polla di cristallo.

Incantato
si fermò il fiume a guardarci.
Ci sfiorò leggero e lasciò il sole
a scaldarci
le stelle 
a illuminarci.




Scorre il fiume
impetuoso
come il tempo




  Un guizzo 
più violento
del fluido eterno che brama il mare
ci separò.
Straripammo e scorremmo veloci
sul greto del tempo.
Ci allontanammo.
Ci divaricammo in affluenti.
Precipitammo in cascate.
Sparimmo in caverne sotterranee
finchè
ci rallentò, il fiume, in ramificati rivoli.

Saggio, ci diluì
per non allontanarci di più.
Ma è scritto che l'acqua 
arriverà al mare.

Lì, alla fine del tempo
ti ritroverò.


sabato 1 dicembre 2012

* Se ...*

Se...

Se potessi scegliere di cambiare
vorrei essere felino.
Non feroce ma graffiante
con lo sguardo
penetrante e accattivante.
Sornione sì,
ad osservare 
e come batuffolo 
a piacere cercare
le carezze 
del piacere. 
  




mercoledì 26 settembre 2012

* The Arrow, The Jaguar and The Squaw *

 


 
 
 
 
"La Freccia Il Giaguaro e La Squaw " (Le Cinque Lune)
Lyrics by Mary Grace Ovedi

Music
"Solar System Trapeze"
(Cirque Ingenieux)
by
Kitaro












martedì 26 giugno 2012

*Tu eri un sole - You were a sun*





  “Tu eri un sole”
by

Mary Grace Ovedi 

Tu eri un sole luminoso e caldo.
I miei occhi topazi
trasparenti ed intensi
catalizzanti la tua energia:
un calore penetrante,
immenso.

Io, ipnotizzata
dilatavo e dilatavo il mio sguardo
per averne di più
per averti di più
e mi sentivo gratificata
mi sentivo completa.
Immortale.

 Ero la terra
bruna e verde
ed il tuo calore 

la fonte dei miei battiti
e dei miei respiri.


 Ma era notte.
Era solo un sogno.


 "You were a sun " 
 You were a sun
  bright and warm.
   My eyes topazes
  transparent and intense
  catalysing your energy:
  a penetrating heat
   immense.
  Hypnotized
        I dilated and dilated my eyes
     superhumanly
      to have more of it
      to get more of you
      and I felt gratified
     I felt complete.
   Immortal.


   I was the earth
 brown and green

and your warmth
the source of my beats
and my breaths.


   But it was night.
  It was only a dream.


 


















giovedì 21 giugno 2012

*You were a Sun*

 
"You were a Sun " - I Colori del Cielo -
Lyrics by Mary Grace Ovedi


Music
" Heaven Earth"
by

Kitaro
 
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mercoledì 25 aprile 2012

*Il Dono - The Gift*

"Il Dono"
The Gift 
- by Mary Grace Ovedi - 



D'essere una donna: questo desiderava, questo sospirava chiudendo gli occhi e offrendo alla luna il suo musetto nero, come in adempimento ad un richiamo, ad un istinto che la legava in modo inspiegabile ed inscindibile al potere, al flusso ed al bagliore di quella che unica riconosceva sua padrona e signora. Ed il suo manto e le sue forme vivevano d'una luce nera eppure fluorescente nel chiarore della notte.
E lei  immobile, protesa, sinuosa e irresistibile nella sua eleganza, nella sua superiorità, nella sua felinità, godendo di quei raggi, captandoli, catalizzandoli, fin quasi diventando una dea immortale della notte, solo questo voleva: essere donna.
Immota, aspettava. Notte dopo notte, insensibile al freddo ed alla paura.
Come poteva la luna ignorare tale abnegazione, tale desiderio?
Ma come spiegarle, come farle capire della differenza enorme, abissale, tra lei, una gatta, ed una donna? 
 Ma una notte le parlò.
Era una notte di luna piena ed il chiarore inondava tutto, come un manto di neve.
Lei, Mumys, immancabile ed instancabile si protendeva slanciata e bellissima, quasi a voler sfiorare la luna per farsi vedere ed aiutare da lei.


Ed i suoi occhi si aprirono dolcissimi ed imploranti quando la luna la chiamò. Due bellissimi occhi verdi, incastonati come smeraldi in un musetto nero, ben modellato, ricoperto d'un pelo morbido nero, lucentissimo, tendente al violaceo quando i raggi della luna vi si posavano sopra.

Per essere donna" la voce della luna sebbene sussurrante era piena, rotonda, invadente "dovrai rinunciare a sei delle tue vite perché agli uomini non è concesso di vivere sette vite. E tu sei solo alla tua prima vita. Rifletti. 



 Essere donna significa essere un fiore coloratissimo, profumatissimo e rarissimo, su un lunghissimo stelo di cristallo, dove coloratissimo e rarissimo rappresentano l'eccesso che ogni donna raggiunge in ogni emozione, sensazione ed esperienza.
Significa essere senza limiti. Libera come il falco che vola alto, sovrano nel cielo, al di sopra della retorica rete del bene e del male, e nello stesso tempo prigioniera, come l'edera intricata del sottobosco, contorta e radicata alla terra più ancestrale.
Significa saper amare con il cuore, con la mente e con il piacere. Con il dolore anche, perché l'amore, l'eletta tra tutte le emozioni, tutto abbraccia ciò che è compreso tra gli estremi poli, e va anche oltre.
Essere donna significa essere disponibile ed accessibile, come un cielo sereno e contemporaneamente inespugnabile, senza bisogno né di graffiare né di aggredire.
Misteriosa, dolcissima, sensuale, magica fino a creare l'illusione dell'incantesimo e dominarlo.
Essere bella, di quella bellezza che non passa ma che anzi si accentua, s'accumula ed irradia dalla sua persona.
Ma basta poco a recidere il suo lungo stelo di cristallo ed il suo colore, il suo profumo, la sua rarità svaniranno.
Soltanto l'equilibrio e la saggezza la salveranno dai venti e dalle razzie della vita.
Rifletti."   
       
"Delle mie altre sei vite non so che farmene se saranno come questa che sto vivendo. Desidererò ancora d'essere donna, e poi ancora ed ancora fino alla fine dei giorni. E le mie sette vite saranno meno di niente.
Lo so che è difficile essere donna. L'ho potuto capire, carpire, afferrare, osservando in silenzio e come non vista, molte e molte donne.
Ho captato nell'aria le onde più forti delle loro emozioni, come maree. A volte altissime che coprono tutto, che superano tutto nascondendolo dentro di sé, e poi bassissime, strazianti, che scavano e si trascinano via anche l'anima. Sì, ho percepito tanti di questi eccessi ma so che sono veri, sentiti, sofferti ed anche io vorrei viverli fino in fondo per liberarmi un po' dalla mia maschera di sfinge enigmatica, inafferrabile, indecifrabile.
Forse io potrò insegnarle ad essere più libera. A staccare un po' di quelle radici ancestrali, di quelle paure ataviche ed a godere di più della libertà.
Ed essere più sensuale, più calda, più tenera. Un po' più misteriosa, enigmatica, più vogliosa e intraprendente.
E potrei anche insegnarle ad essere riconoscente ed apprezzare di più l'amore che le viene dall'esterno.
Amare con il cuore, con la mente e con il piacere. Questo sì dovrò imparare perché l'amore non è solo piacere, ma anche il desiderio di piacere, la voglia di piacere. Non è solo istinto, ma anche sentimento, ragionamento.
Ma ci riuscirò se avrò un cuore, se avrò una mente, se avrò un corpo di donna perché io so capire, so sognare, so gioire, so desiderare. So anche aspettare."


Gli occhi verdissimi, languidissimi.  Il corpo slanciato, proteso, sottile, elegante. La voce velata, sognante. Più dea di una dea. Più magica di un incantesimo.

"Saggezza ed equilibrio" l'interruppe sussurrando la luna "rendono donna una donna, e se tu lo desideri lo sarai. Ma non per mio dono: per me già lo sei."



Nella notte solo la gatta, ora donna, e le ultime fievolissime note della luna che svaniscono nel suo bagliore, nella sua luminosità.