Si ripiega il
tempo
su di me.
Disordinato, maldestro,
frettoloso
mi spinge nei
cantoni oscuri delle sue spirali
dove oltre a me
snaturata s’inganna
pure la luce.
Col il suo peso
remoto
mi schiaccia
m’acceca
mi lacera il
cuore.
Contagiata
tra le sue
pieghe nascoste
dove ancor più acre
è il sapore dell’amarezza
morente
resto a
aspettare la fine
di questo irreale
presente
che in realtà
non esiste.