il manto
che di broccato e velluto
mi incoronava
Regina.
Stracciato
lungo irte salite
lacerato
in scoscese distese.
Lembi di sicurezza
stracci di verità
artigliati
dai bramosi rami della superbia
dai logoranti rovi della pazienza
dalle taglienti pietre dell’indifferenza.
Nuda, all’orizzonte
non mi volto più a guardare.
Piango
con gli occhi della mente
i brandelli
della mia disfatta identità
rimasti impigliati
laggiù
tra le schegge
pungenti
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