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domenica 3 agosto 2025

"L'Angelo dei Se, dei Come e dei Perché"


L’ANGELO DEI SE, DEI COME E DEI PERCHE’

     - di Mary Grace Ovedi - 

PARTE II
Ma accanto ai “perché” ci sono anche i “come”.

        Come mai, mi chiedo, se ho rispettato tutte le regole, se sono stata coerente, se ho seguito tutte le istruzioni, se mi sono comportata bene, come mai sono sempre io quella che paga per gli errori degli altri?

         Come mai tutti possono permettersi di sbagliare e non invece io?

     Non me lo so spiegare, o forse sì, me lo so spiegare ma non ho voglia di accettare le mie spiegazioni perché sono di parte e forse viziate da inattendibilità.   

    Il punto è che mi faccio sempre carico dei problemi degli altri, penso sempre prima agli altri che a me, mi metto sempre nei panni degli altri prima che nei miei. E questo non va bene e non lo voglio più sentire come spiegazione perché esisto anche io, con le mie esigenze e i miei bisogni, anch’io sono un essere delicato e fragile e bisognoso d’aiuto.

          Non posso sempre stare a dispensarne agli altri quando nessuno ne elargisce un po’ a me.

          Ho deciso di non dare più, di chiudere gli occhi e le orecchie per un po’, per avere un attimo di tregua, per pensare a me e per scoprire come fanno gli altri ad ottenere senza dare nulla in cambio.

     Indosserò una corazza, metaforicamente parlando, su cui lascerò scivolare tutto. Sarò inaccessibile, nessuno riuscirà più a carpire nulla da me, nessuno più riuscirà a defraudarmi di ciò che mi appartiene, nessuno più riuscirà a ferirmi e a farmi soffrire a causa dei suoi errori.

      Ed io, dalla inattaccabilità della mia corazza, non ne farò perché rispetterò le regole, sarò coerente, seguirò le istruzioni, mi comporterò bene.

      E allora come mai ancora non riesco ad esistere, a pretendere, a sfruttare come fanno tutti gli altri? Come mai le mie esigenze, i miei bisogni ancora non sono prioritari rispetto a quelli degli altri? Come mai non riesco a passare davanti ad un mendicante senza provare sofferenza e solidarietà per lui?

    Ho cercato di ignorarlo, di passargli distante, di non guardarlo ma lo stesso ho provato attrazione verso di lui.

   Sono cadute le mie difese, la mia corazza s’è disciolta ed io, vulnerabile e fragile come sempre, mi sono messa nei suoi panni, mi sono identificata con lui per capire e comprendere il suo stato d’animo, la sua vita, i suoi errori e per giustificarlo, per trovargli delle attenuanti, per assolverlo ed aiutarlo.

    Inaspettatamente, in questo transfert, ho avuto modo di parlare con lui, telepaticamente e di capire e di spiegarmi i miei “come mai”.

       - Come mai riesco a parlarti, ti starai chiedendo – mi comunicò guardandomi, con il suo bel faccione rubizzo, senza muovere né le labbra né la sua lunga barba bianca.

      - Non è difficile sai quando c’è qualcuno ricettivo come te pronto ad ascoltare. Certo siete rari ma non inesistenti. Avete una sorta di aurea intorno a voi, è possibile vedervi da lontano. Spiccate tra la massa e noi angeli non siamo ciechi.

    Come mai ti parlo solo oggi, ti chiedi? Ebbene prima non ce ne era la necessità perché non ti sei mai posta questa domanda in maniera risolutiva. Ma ora sento proprio che hai bisogno di sapere ed è quindi giusto che tu sappia perché è pesante e debilitante portare una corazza quando si è fragili e delicati come te.

    La vostra forza è proprio nella delicatezza, nella fragilità del vostro essere. La vostra essenza è leggera e leggiadra. Come lo stelo di una rosa è forte ma sottile, non lo si può appesantire con una corazza o si spezzerà.

  E questo, noi angeli, non lo vogliamo. Sono qui proprio per impedire che accada.

  Cercherò di spiegarti in parole semplici come gli esseri più fragili siano i più forti, gli unici che possano aiutare quelli meno forti e meno fragili.

   Non è un controsenso, seguimi bene.

 Fragile significa essere vulnerabile, vulnerabile significa essere sensibile, essere sensibile significa capire più profondamente, capire più profondamente significa identificarsi, identificarsi significa vivere per un po’ la vita altrui e vivere per un po’ la vita altrui significa sentire emotivamente, sentire emotivamente significa essere vivi dentro ed essere vivi dentro significa essere forti.

Mi comprendi? Ecco come mai ti ritrovi ad identificarti, a metterti nei panni dei meno forti, di quelli che fanno gli errori, di quelli che sbagliano: è per come tu trasformi la tua fragilità interiore in forza interiore.

I meno fragili questo tipo di forza non l’avranno mai: perciò tu gliene dispensi tanta.

Continua a farlo, te ne prego e ricordati... io sarò sempre a portata quando avrai voglia di scambiare due chiacchiere con me - ammiccò sorridendo il faccione rubizzo, con i suoi acquosi occhi blu, dimenando appena un po’ la sua lunga barba bianca.

 E da quel giorno io non mi sono più chiesta come mai senta miei i problemi degli altri, come mai io mi metta sempre nei panni degli altri, come mai io cerchi sempre di trovare le motivazioni, le attenuanti, le giustificazioni, le assoluzioni per gli altri, come mai io pensi prima agli altri che a me stessa, e soprattutto come mai io mi soffermi sempre a sorridere riconoscente al mendicante all’angolo della strada.

 Non me lo chiedo perché lo so e non lo dimenticherò mai. Lui è l’angelo che risponde ai miei “come mai”.

 



 

 

 


 
                                                          

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