fitta, armoniosa
quella sui cui fili argentati,
stretti allacciati ai miei,
correvano le nostre parole
le nostre emozioni.
La struttura stessa della vita, pensavo,
ancorata negli abissi inviolabili.
Inespugnabile, pensavo.
Eppure quando fili affioranti
d’una tua remota e primordiale ragnatela
incagliati in reconditi anfratti
hanno vibrato del richiamo
ancestrale
d’istinto li hai riagganciati.
“Solo qualche filo” pensavi
per puntellare qua e là,
per mitigare gli errori del passato,
per dare un senso alle cose incompiute
per fissare le parole non dette.
Per tenere in piedi
L’Olimpo degli Dei.
Distratto, o troppo sicuro,
non hai più trattenuto
i fili argentati
che io ho continuato a mandarti.
Li hai lasciati cadere.
”Troppi” dicevi “e troppo sottili”.
“I fili sottili ingombrano, non servono a nulla”.
Non erano fili sottili.
Erano fili argentati e diamantati
di rugiada. Le mie lacrime.
Il mio dolore.
Ora corre tra noi
lo scheletro di una ragnatela.
Pochi vecchi fili puntellati
con al centro uno squarcio
dove incurante
sibila un vento gelido.
Belle toile chère Mary Grace, pour ce que j'ai pu en comprendre à travers du traducteur. Merci :)
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